Tutti commettono degli errori, é per questo che hanno messo le gomme sulle matite.
Sopravalutarsi é un’errore ma si puó rimediare.
La nostra gomma? L’umiltà.
Ricominciare da capo, riorganizzarsi, riprendere da dove si pensa di aver sbagliato (laddove ci si é smarriti), ricordando i giusti percorsi, anche quelli secondari, piú piccoli (i sentieri della propria vita se vogliamo) e ritracciando una nuova mappa degli unici ed indelebili punti di riferimento, eliminando tutto ció che puó essere considerato superfluo o anche solo meno importante, ai fini del proprio progetto di restauro vitale, si intende.
Sbaglio, rimedio. Il temperino per la tua punta? La volontà.
Ci vuole forza per rimediare, serve coraggio, deve esistere spirito di sacrificio, inesauribile abnegazione.
E quando pensi di aver fatto abbastanza forse non sei nemmeno a metà.
Devi continuare e la costanza é l’unico tuo dato certo.
Si, la costanza, quell’esile stecchino di legno esagonale di colore giallo che separa la punta della matita dalla gomma e che dicono vada interamente percorso infinite volte prima di aver ripreso in mano il proprio destino.
E se qualcuno si chiedesse “se abbia un senso questa cosa”, ebbene un senso ce l’ha: punta-gomma-punta.
In omogeneizzato di parole: errore-cancellazione-correzione.
Ecco come ci si spiega la doppia valenza della punta, ovvero la nostra dote di saper scrivere e poi riscrivere i contenuti della propria esistenza disegnandole intorno contesti a volte simili, a volte cosí diversi.
L’accorciarsi della matita? Insomma .. andiamoci piano, chiamiamolo semplicemente “esperienza”.
Tutto sta a noi, basta non consumare tutta la gomma o non spezzare la punta prima che la matita non ti stia piú tra le dita.
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