La felicità è irraggiungibile, come la tartaruga per Archimede.
Ce l’hai lì, tutti ne parlano, la postano sui social, la scrivono sul diario, ma non ci si arriva mai. La chiamano serenità, alcuni contentezza, altri allegria ma non è niente di tutto ció. Addirittura ho visto associarla ad un sorriso (della serie causa-effetto) ma nessuno si è mai veramente preoccupato di andare oltre?
Non è godimento, nè tantomeno estasi e non è divertimento. E non è che io, mitragliando tentativi, la voglia definire per esclusione.
E’ solo che non digerisco queste continue imitazioni a basso prezzo, come i jeans Lewis, gli occhiali Praga e le scarpe Quadridas (quelle con 4 striscie) che puoi trovare solo dal tuo vu-cumprà di fiducia.
Ci vuole coraggio per essere felici.
Devi saperla trovare nel sacrificio, a volte nel dolore, e devi cercare bene, con esperienza, con concretezza e soprattutto con tanta, infinita coerenza.
Oppure finisci pazzo.
Proprio come diceva il nostro Italo, traendo ispirazione da un certo Dante, in un qualcosa di così veramente forte (lui si riferiva alla fantasia) deve poterci piovere dentro altrimenti rimani incastrato in esso e finisci col pensare che quel posto sia la realtà.
lo stesso succede a quelli che pensano di essere felici.
Sono troppi.
Io di solito li paragono all’erba sintetica delle aiuole spartitraffico .. e c’è qualcuno che ha persino il coraggio di dire “belle, almeno non le devi innaffiare”.
Sono quelli che si vantano di vivere in una casetta nel bosco, dove non c’è traffico e la sera si accendono il camino a legna e poi invece stanno a Montalto, parcheggiano con due ruote nel fiume e quando cala il sole si ammazzano di freddo.
Gli stessi che non perdono occasione per ricordarti che è bello quando “fa un po freddino” perchè aggiungono una coperta e “se ne stanno al calduccio” e poi sopra la testiera del letto hanno una grondaia da 25 per incanalare tutta l’umidità della casa ed evitare che si impregni nel materasso trasformandolo in una spugna da autolavaggio.
Autoconvinti che al posto del cervello avete un impianto di scarico ed al posto del cuore un tombino raccogliete i vostri più profondi sentimenti ed evitate di condurre la vostra vita come una fognatura.
Non sto ingiuriando quelli che vivono sopra quota 300 s.l.m., certo che no.
Dico solo che non ti devi inventare niente per essere felice e nemmeno devi andare alla ricerca spasmodica della felicità (ho quasi fatto parole con Will Smith per questo e vorrei non tornare sull’argomento).
Te la devi creare seguendo una tua idea di vita e cercando di apprezzare dei valori importanti, quegli stessi valori su cui hai basato la tua idea ed attraverso i quali l’hai sviluppata.
E vedrai che inaspettatamente, ad un certo punto, lei ti si mostrerà e tu sarai felice.
Per concludere, sempre che qualcuno mai se lo stia chiedendo, si ho provato la felicità. Ed è illuminante, brevissima, vigorosa ma va gestita con cautela perchè ti riempe e poi, se non fai attenzione, ti lascia un grande vuoto.
Richiede un binomio essenziale di umiltà e memoria e questo lo si capirà solo la prima volta in cui, per un esubero di arroganza, ci si scorderà di lei e ci sembrerà di non averla mai incontrata.
Per questo è una cosa seria la felicità e ci vuole coraggio.