Vado al Max

Quando il vostro senso di profondità vi permette di scorgere in fondo alla strada segnali intermittenti, gialli ed inequivocabili cartelli che vi invitano a rallentare, provate per una volta a non guardarli.
Non vi sto dicendo di spingere alla disperata sull’acce- leratore e non vi sto spingendo alla negligenza.
Non sto nemmeno incitando qualcuno ad evitare le regole.
Vi sto semplicemente e solo proponendo di mantenere la vostra rotta e velocità.
Io questo, oggi, lo chiamo andare al MAX.
Si, perché nel nostro sconfortante mondo di lavori in corso, vento contrario a raffiche, strettoie, traffico intenso, scarsa visibilità, dissuasori di velocità (ma
soprattutto di dissuasori) e deviazioni fatte di persone che ti indicano una strada diversa da quella che tu vorresti fare, spingere a manetta é l’unico modo di progredire con moto costante e non perdere l’inerzia.
Ed anche se la mia professoressa di fisica mi ucciderebbe per ció che ho detto .. fidatevi di me.
L’omino con l’elmetto in testa e la casacca arancione rattoppata di strisce catarifrangenti potrebbe essere l’unica cosa che ricorderete di un grande errore o di un’indelebile delusione.
Io vado al MAX, me ne frego. Almeno non mi dovró sognare l’omino orange della deviazione per il resto dei miei giorni.
Mi sono anche premunito di quella maglietta con la scritta “non datemi consigli, so sbagliare benissimo da solo ..” per indossarla ogni volta che sono alla guida.
E magari quel giorno in cui l’unica cosa che separerà me da un muro di pietra sarà un parabrezza crepato, ovvero nel fatidico momento della facciata, quegli altri omini arancioni (i soccorritori della CRI) che verranno a tirarmi fuori si faranno una bella risata (leggendo quella frase stampata sul mio petto) e forse mi porteranno in salvo.
Autisti del destino, dobbiamo continuare a credere nei nostri progetti e non farci scoraggiare da niente e da nessuno.
Qualche tempo fa, per esempio, mi son trovato dietro che mi sfanalava un Onda Skonfort e pensavo “ ..eeh no! quest’onda non mi puó passare sopra .. altrimenti sono finito! “ ed ho allungato prepotentemente e con tutta la mia grinta vedendo rimpicciolire la piccolissima mole dello sconforto dentro lo specchietto retrovisore della mia voglia di vivere.
Lasciatemi confessare questo: la distanza che ho messo é davvero molta ma ancora oggi dó un’occhiata dietro per vedere che la Skonfort non torni sotto.
Ed anche se questo puó sembrare un modo per distrarsi dalla guida io lo vedo piú come una piccola prevenzione, per non abbassare la guardia, che ti aiuta a non dimenticare chi sei e dove vai.
Vediamolo come un sistema di controllo umano da fare invidia ai piú avanzati e tecnologici controlli elettronici della stabilità.
Siamo dei gran piloti, dobbiamo solo imparare a metterci sulla giusta carreggiata ed essere fortemente convinti del posto in cui vogliamo andare
Io ci voglio arrivare e per farlo ho deciso di andare al MAX!

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